Si discute di istruzione tecnica e professionale nel seminario organizzato dalla CISL Scuola per i componenti del Consiglio Generale nazionale
La CISL Scuola, con una riunione in assetto seminariale del proprio Consiglio Generale, dedica oggi, all’Audiorium Carlo Donat-Cattin di Roma, una giornata di approfondimento al tema, attualissimo, della riforma dei percorsi di istruzione tecnica e professionale, che nel progetto all’esame del Parlamento coinvolge anche, non senza punti irrisolti di criticità, il settore dell’istruzione e formazione professionale gestita dalle Regioni.
La traccia su cui si sviluppa il confronto, frutto di un lavoro collegiale dell’intera segreteria nazionale, ripercorre le fasi salienti non solo dell’ultimo progetto di riforma, ma di quelli che nel tempo lo hanno preceduto, con governi e maggioranze di diverso colore.
A discutere con la dirigenza sindacale CISL Scuola saranno Arduino Salatin, esperto di politiche dell’istruzione e della formazione, già componente della commissione De Toni che delineò nel 2008 il riassetto dell’istruzione tecnica e professionale voluto dal Governo Prodi, e Emmanuele Massagli, della LUMSA di Roma, che inquadrerà il tema della riforma “in fieri” valutandone rischi operativi e opportunità pedagogiche.
È ampiamente condivisa, secondo la CISL Scuola, la convinzione che una rivisitazione profonda dell’organizzazione complessiva del nostro sistema educativo e dell’orientamento scolastico e universitario sia imperativa e urgente, per rafforzare l’inclusività, ridurre la dispersione scolastica e offrire ai giovani migliori opportunità di inserimento nella vita adulta.
Il ripensamento del sistema di istruzione, obiettivo che governi di colore diverso si sono posti ripetutamente negli ultimi anni, ha trovato nuovo slancio e precisi obiettivi con il PNRR, ove è ribadito che “indipendentemente dai divari tra nord e sud, la nostra scuola primeggia a livello internazionale per la forte base culturale e teorica. Senza perdere questa eredità, occorre investire in abilità digitali, abilità comportamentali e conoscenze applicative”.
Nel quadro generale che ne deriva, si rintracciano aspetti pregevoli e alcuni rischi, tra i quali per la CISL Scuola il più rilevante, proprio perché attiene alle finalità dell’intervento riformatore, è quello di una curvatura eccessiva verso i temi dell’occupabilità, laddove è compito della scuola formare a una conoscenza che non sia solo strumento, ma “attitudine” che accompagni le persone lungo tutto l’arco della loro esistenza.
Una particolare attenzione è posta al tema della formazione professionale gestita dalle Regioni. Avendola di fatto esclusa dalle materie di competenza dello Stato, anche concorrenti, si è prodotta in breve tempo una frammentazione del sistema nazionale di IeFP (definito dalle stesse Regioni ancora nel 2014 “incompiuto, frammentato, sbilanciato” e con insufficienti risorse nazionali), che determina una situazione fortemente squilibrata e sperequata fra le diverse aree territoriali del Paese.
A concludere i lavori del seminario, dopo l’intervento della segretaria generale Ivana Barbacci, sarà il segretario confederale CISL Sauro Rossi.